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Biografia Antonio Diana

 

 

 

"Nato nel 1913 e cresciuto nella povera Villasimius di quegli anni, ebbe la fortuna di studiare sotto la guida di un suo zio materno che era sacerdote — (la mamma si chiamava Angela Cogoni) - cosa che lo aiutò moltissimo per la sua carriera militare che intraprese a 16 anni andando a fare parte, con Enrico Masala ed altri, di quella che affettuosamente veniva chiamata nella sua base “la banda dei sardi”.
Tonino, viene prima imbarcato come cannoniere nella cacciatorpediniera “Ippolito Nievo” e, una volta promosso 2° Sottocapo entra a fare parte dell’equipaggio del sommergibile FOCA di stanza a Taranto.
In arsenale fa amicizia con Alfredo Rossi, un ex sottufficiale della Marina di origine algherese, il quale sentendolo parlare in sardo con degli amici, lo invita a casa a bere un bicchiere di vino.
La acerba bellezza di Lina, la figlia allora tredicenne di Rossi, unita al desiderio di avere un affetto stabile dopo tanti anni di girovagare, fanno sbocciare l’amore tra i due giovani i quali, dopo un lungo fidanzamento, si sposano il 3 Giugno del 1939.
Il lavoro e le missioni belliche lo portano spesso lontano dalla moglie: il suo battello è solitamente di stanza a La Spezia ma appena può corre a Taranto ad abbracciare le moglie che è rimasta al sicuro presso la famiglia.

L’otto ottobre 1940, all’inizio della seconda guerra mondiale, il sommergibile FOCA, al comando del capitano di corvetta Mario Giliberto, lascia la base di Taranto. Scopo della missione è quello di posare delle mine nelle acque della Palestina,  controllate dagli inglesi. A bordo si trova anche il capo cannoniere in seconda Antonio Diana di 27 anni. Ha poco prima salutato e consolato dal pianto la giovanissima moglie Angela, (che lui chiama affettuosamente LINA), sposata l’anno precedente, affidandole tutto il suo ultimo stipendio del quale si è tenuto solo 20 centesimi, - “per comprarmi il giornale” le aveva detto — e la fede nuziale con la promessa di donarla a S. Antonio in segno di ringraziamento appena fosse tornato dalla missione. Antonio ostenta in ogni circostanza una serenità dovuta sia alla profonda fede cristiana, - è molto devoto a S. Antonio — sia alla convinzione che la flotta sommergibile italiana fosse, così come era considerata a quel tempo, la più potente del mondo. Purtroppo, per lui e per tanti altri, gli eventi successivi dimostreranno che le cose non stanno affatto così..." [e]

 

 

 

Articolo e foto tratti dal sito
http://www.trasparenze-villasimius.org/public/blog/2007/06/uomini-sul-fondo.html