Il Sommergibile
Nel 1937 viene varato il primo sommergibile della Classe “Foca” (Foca II° per l’esattezza) realizzato presso i cantieri Tosi di Taranto.
La foto del varo scattata il 27 Giugno del 1937, ritrae il Foca di poppa, nell’attimo in cui entra per la prima volta in acqua, come testimonia l’increspatura prodotto dal timone. Sono ben visibili le due gallerie di uscita delle mine e, sotto, l’uscita del tubo lanciasiluri di destra. Ancora sotto è visibile il timone di direzione (in verticale) ed il timone di profondità (in orizzontale). Si vede anche una pala dell’elica di destra e l’asse di questa che proviene dall’interno del battello.
Il Foca, come i suoi gemelli, è un sommergibile silurante e posamine di grande crociera, della lunghezza di quasi 83 metri e una larghezza di oltre 7, che può operare fino alla profondità di 90 metri. Un enorme castello di acciaio dotato di 2 motori diesel di costruzione Fiat, per un totale di 3.000 cavalli, utilizzati per la propulsione in superficie, ad una velocità massima di 16 nodi (30 km/ora).
Per la propulsione in immersione è dotato di due motori elettrici, di costruzione Ansaldo, per un totale di 1.300 cavalli capaci di spingere il battello alla velocità massima di 8 nodi (15 km/ora)[3].
E’ dotato di un cannone da 43 mm, 6 lanciasiluri da 533 mm (4 a prua e due a poppa) e di 36 mine, otto per ciascuno dei due condotti di uscita e 20 stoccate nel corpo centrale dell’unità.
L’equipaggio standard è costituito da 7 ufficiali e 53 membri d’equipaggio che, con il Comandante fanno un totale di 61 uomini.
Il Foca, uno dei più grossi sommergibili operanti nel Mediterraneo, è un colosso d’acciaio, capace di raggiungere rapidamente e con estrema discrezione qualsiasi porto del Mediterraneo e restare in immersione per alcuni giorni, in agguato-silurante o per posa mine. Può rimanere in mare per settimane con una autonomia di quasi 8.000 miglia (oltre 14.000 km).
Nella foto che ritrae il Foca in navigazione, si nota il cannoncino installato in torretta, puntato verso poppa mentre a prua è ben visibile il cosiddetto “rostro”.
Questo è un dispositivo di offesa che ricalca una tecnica piuttosto arcaica. E’ costituito da una barra di ferro inclinata munita di una serie di otto denti di acciaio affilati e durissimi che costituiscono una vera e propria sega utilizzata in situazioni estreme, navigando in immersione a fior d’acqua, per squarciare brutalmente la carena delle navi nemiche.
Nella foto che ritrae il Foca di poppa si vedono bene le due gallerie di espulsione delle mine.
Successivamente al Foca vengono varate le altre due unità gemelle, lo Zoea, nel 1938 e l’ Atropo (II°) nel 1939. E’ l’unica classe di sommergibili posamine riprodotta in più di due esemplari.